Tuesday, January 30, 2007

Bagni di violenza (quinta e ultima parte)


Ora non so dire se la proprietaria dell’albergo e i suoi clienti possano aver seguito il percorso di presa di coscienza che ho seguito io. So soltanto che oggigiorno ricordo questo episodio come un gesto di pura, animale vitalità senza pensiero, che fa parte di tutto ciò che mi compone e mi rende ciò che sono. Ma assieme a questo slancio vitale c’è ora anche una consapevolezza, una saggezza diciamo, che mi fa riconoscere il fatto che con le mie mani ho tolto da questo mondo un essere onorevole, qualcuno che non aveva mai fatto male a nessuno ma che incondizionatamente si era sempre donato perché fosse riconosciuto il benessere a chi gli stava vicino, a chi gli donava anche solo una carezza. Un santo. Come santi erano quegli altri, che con sempre meno convinzione ho falciato sotto i miei colpi. Fino a che, lacrime agli occhi, non mi sono trovato davanti al fatto compiuto: ero diventato una bestia. Un assassino. E lo ero diventato soltanto per assecondare i desideri di perfezione di altri.
Tutt’ad un tratto mi sono trovato a fare i conti con la mia meschinità, e a dire battendomi il petto “mai più!”. All’improvviso anch’io mi sono scoperto essere nient’altro che un Capuccetto Rosso qualsiasi, che balla la sua ultima danza in un musical bollywoodiano che ha per scenografia delle immense interiora di lupo.
Questo sono stati gli eventi che mi hanno portato a seguire il cammino di espiazione e remissione dei peccati che mi ha condotto fino a qui.
Dall’eremo da cui vi scrivo vi mando il mio saluto, nell’augurio che anche voi troviate la pace nella verità dei vostri corpi e nell’affetto verso quelle cose e persone che tanto danno perché voi siate vivi e felici.
Buona esistenza.

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