Friday, February 2, 2007

Se si tratta dello spazzolino, non dello spazzolone (da una storia vera)


Lo spazzolino da denti è appena caduto nel water.
Water utilizzato di recente da una persona della casa.
Persona che non ha avuto cura di tener premuto il pulsante dello sciacquone finché l'acqua del sifone non perdeva del tutto quella sfumatura giallognola.
Sfumatura giallognola di certo più sincera di quella forse-limpida ma tutt'altro che sana, d'accordo. Comunque non piacevole.
Persona che, con tutto il bene che le voglio (piccola, ora sta piangendo in camera sua attaccata al telefono), è comunque da una settima che si tossisce l'anima, e non penso che se i suoi batteri intestinali avessero i bronchi si dimostrerebbero più pieni di salute.
Ho messo un pentolino d'acqua a bollire in cucina. Basterà?
Quanto bisogna tenerli i batteri intestinali in autoclave per accopparli?
Ma poi l'autoclave lavora a temperature ben più alte... si colerà lo spazzolino?
È meglio lavarsi i denti col rischio di trovarsi un party di escherichia coli tossicchianti sui molari, o non lavarseli affatto? E se il party fosse un party esotico, con lanternine colorate e grande invitata Miss Toxoplasmosi?
Morirò?
E se sì, proprio così presto?

Tuesday, January 30, 2007

inconvenienti di viaggio

Ospitati da sconosciuti amici di amici per passare alcune giornate in una delle città più attrattive di questo inizio di secolo, torniamo a casa la notte dopo estenuanti esplorazioni conoscitive con una sola voglia. Ma nascosto in quello che sembrava un buon bagno accogliente c’era lui.
IL WATER INTASATO.
Nessuna arma lì per combatterlo.
E i padroni di casa già tutti a letto.
Panico.
Due gli scenari possibili. Uno: tenerci dentro per una ulteriore notte i veleni elaborati nella lunga giornata, lasciando tutto com’è ora, ma correndo così il rischio della crisi diplomatica (dopo già un piatto rotto e certi problemi di spazzatura) con i padroni di casa, che magari non accortisi prima del problema ci potrebbero incolpare della malsana perversa malefatta.
Due: se invece mandiamo giù lo schifido boccone e interveniamo, anche se - per certo! - non siamo stati noi, allora potremmo abbandonarci al meritato riposo del corpo senza temere che la nostra veste sociale ne venga infangata.
Nessuna delle due possibilità ci farà uscire immacolati, ma bisogna fare qualcosa.
In uno slancio di amore immenso per l’umanità, il mio prode compagno di viaggio mi prende per mano e mi dice, dirigendosi verso il bagno, “Lasciami solo qualche minuto”. Poi sparisce dietro la porta seguito dal mio sguardo apprensivo. L’ultima cosa che vedo di lui è la sua mano, candida, sulla maniglia.
Ora solamente la sorte è con lui, e lui è solo con…
IL WATER!


Per evitare sgradevoli inconvenienti all’estero, già imbarazzanti di per sé e in più aggravati dall’handicap di non conoscere nei minimi dettagli la lingua del posto, abbiamo raccolto per voi l’essenza dell’emergenza comunicativa universale declinata nelle principali lingue europee secondo le due asserzioni base:

( I ) è finita la carta igienica / si è intasato il water

(SP) se ha terminado el papel higiénico / se ha atascado el retrete

(P) acabou o papel igénico / entupiu-se o retrete

(UK) the toilet paper is finished / the toilet is blocked

Sono ben accette collaborazioni linguistiche per estendere il grado zero della comunicazione in tutte le lingue del mondo: aiutaci anche tu!!


“Esplorare quel sifone equivalse a entrare dentro me stesso. Vi scoprii la natura profonda dell’uomo. Perlomeno, di un altro uomo. Ma con buona approssimazione si trattava di tutto il genere umano. Ci ripenso ogni volta che mi trovo qui, prima di sedermi a tavola.”
Il compagno di viaggio precedentemente nominato,
lavandosi le mani in compagnia del suo biografo ufficiale.

Bagni di violenza (quinta e ultima parte)


Ora non so dire se la proprietaria dell’albergo e i suoi clienti possano aver seguito il percorso di presa di coscienza che ho seguito io. So soltanto che oggigiorno ricordo questo episodio come un gesto di pura, animale vitalità senza pensiero, che fa parte di tutto ciò che mi compone e mi rende ciò che sono. Ma assieme a questo slancio vitale c’è ora anche una consapevolezza, una saggezza diciamo, che mi fa riconoscere il fatto che con le mie mani ho tolto da questo mondo un essere onorevole, qualcuno che non aveva mai fatto male a nessuno ma che incondizionatamente si era sempre donato perché fosse riconosciuto il benessere a chi gli stava vicino, a chi gli donava anche solo una carezza. Un santo. Come santi erano quegli altri, che con sempre meno convinzione ho falciato sotto i miei colpi. Fino a che, lacrime agli occhi, non mi sono trovato davanti al fatto compiuto: ero diventato una bestia. Un assassino. E lo ero diventato soltanto per assecondare i desideri di perfezione di altri.
Tutt’ad un tratto mi sono trovato a fare i conti con la mia meschinità, e a dire battendomi il petto “mai più!”. All’improvviso anch’io mi sono scoperto essere nient’altro che un Capuccetto Rosso qualsiasi, che balla la sua ultima danza in un musical bollywoodiano che ha per scenografia delle immense interiora di lupo.
Questo sono stati gli eventi che mi hanno portato a seguire il cammino di espiazione e remissione dei peccati che mi ha condotto fino a qui.
Dall’eremo da cui vi scrivo vi mando il mio saluto, nell’augurio che anche voi troviate la pace nella verità dei vostri corpi e nell’affetto verso quelle cose e persone che tanto danno perché voi siate vivi e felici.
Buona esistenza.

Monday, January 29, 2007

Tempi moderni

La nostalgia mi assale.
Dove sono finiti i cessi di uno volta?
Quando un water di ceramica troneggiaiava
su di un ligneo pavimento in una stanza
che si apriva su un mondo di prati in fiore
attraverso un'ampia finestra.
Tutto quuesto ora non c'è più.
Il fato ci ha prescritto i cosiddetti
"cessi chimici", moderni loculi plastici.
In cui sostanze chimiche non meglio
precisate distruggono quello che i nostri
antenati donavano alla terra.
Progresso, lo chiamano..........